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ALBERTO BARBERIS: I 3 COMANDAMENTI DELLA STAMPA 3D

La stampa 3D porta sul desktop delle aziende tra nuove cartelle: personalizzazione, ottimizzazione e diversificazione dei prodotti. Ma per aprirle servono una nuova propensione all’innovazione e una conoscenza che vada oltre la schiuma sull’onda e l’ottimismo gratuito dei media tradizionali.

Alberto Barberis ha aperto a Company | Note i suoi file sulla stampa 3D, quelli che ha usato nella pratica, fondando Protocube, poi entrata nel più grande perimetro di Reply. E racconta tutto sulle stampanti 3D: chi e dove le fabbrica, come si utilizzano, e quali prodotti realizzano.

Intervista estratta dal business report privato 11 note di Intelligence Economica di Company | Note.  

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Protocube – Cosa fa Protocube?

Protocube è un’azienda che sviluppa servizi e prodotti utilizzando tecnologie 3D digitali. I nostri clienti sono aziende di prodotto, di vari settori merceologici (fashion&luxury, CPG, manufatturiere, etc.), per le quali sviluppiamo soluzioni 3D che ottimizzino i loro processi aziendali. Tradotto significa che, attraverso l’utilizzo di modelli o immagini 3D digitali, aiutiamo i nostri clienti a:

Ridurre il time to market di sviluppo prodotto, attraverso la creazione di configuratori web di prodotto e/o di piattaforme 3D che permettano di sviluppare nuovi prodotti.

• Presentare al meglio i propri prodotti: attraverso la realizzazione di filmati di animazione, immagini virtuali fotorealistiche dei prodotti (per cataloghi, attività di marketing, etc.) e/o attraverso la produzione di mock-up concettuali o prototipi estetici creati con le nostre stampanti 3D professionali.

• Semplificare le procedure legate alla vendita di un prodotto: attraverso lo sviluppo di specifici sales-tools che ottimizzino le fasi di preventivazione e di ordine.

• Ottimizzare le procedure di training: attraverso l’utilizzo di simulatori 3D immersivi (Virtual Reality o Augmented Reality) che permettano agli utenti di esercitarsi su attività specifiche (es: manutenzione di impianti o linee di produzione) in ambienti totalmente virtuali, ma incredibilmente realistici, con possibilità di fare esperienza diretta in ambienti sicuri e senza danni in caso di errori.

Servizi – Ci fa qualche esempio dei servizi che realizzate?

Le nostre skills principali risiedono nella creazione di:

  • contenuti 3D (rendering, animazioni, etc.) per esempio per Xerjoff
  • piattaforme di configurazione di prodotto (configuratori di auto, di calzature, di arredamento, di abbigliamento, etc.) per esempio per Lanieri, Sparco, Poltrona Frau
  • servizi di rapid prototyping e additive manufacturing (gioielli), per esempio per Falabrac

Mercato del 3d printing – Ad oggi chi sono i principali produttori (Paesi o aziende) di stampanti 3d?

I principali produttori di stampanti 3D professionali sono americani (3D Systems), israeliani (Stratasys) e tedeschi (EOS). Anche altri Paesi si stanno affacciando con forza (e competenza) sul mercato dei metalli, in particolare la svedese Arcam, produttrice di stampanti 3D che producono particolari in titanio, recente acquisizione di GE.

Materiali – Chi produce invece i materiali per la stampa (e quali sono i principali materiali)?

Generalmente l’approvvigionamento dei materiali avviene direttamente tramite le aziende fornitrici delle stampanti 3D. I principali materiali con cui si stampa in 3D sono: Resine/fotopolimeri, ABS/PLA, Poliammide (Nylon), Plaster (polvere a base gesso), Metalli (leghe cromo/cobalto, titanio, etc.). Occorre precisare che, generalmente, ad ogni materiale corrisponde una precisa tecnologia di stampa 3D e, di conseguenza, una specifica stampante 3D. Al momento sono poche le macchine cosiddette “multimateriale”. Se ci sono, trattano comunque materiali simili tra loro per tipologia, che si differenziano per comportamento meccanico e/o termico.

Materiali innovativi – Come reagirà il settore della stampa 3D ai recenti tentativi di trovare sostituti alla plastica?

Per quanto possano sembrare tecnologie emergenti, le stampanti 3D in realtà esistono da oltre 30 anni e in tutto questo periodo non abbiamo assistito ad evoluzioni ed innovazioni così “disruptive”, né per ciò che concerne la tecnologia delle stampanti, né per l’evoluzione dei materiali. Soltanto negli ultimi 3/5 anni stiamo assistendo ad un nuovo fermento, soprattutto dal punto delle tipologie di materiali e del loro comportamento meccanico, oltre che di finitura superficiale e precisione.

La ricerca di materiali sostitutivi della plastica potrebbe essere un “boost” per l’implementazione di nuovi materiali anche per la stampa 3D, va però precisato che, ad oggi, le stampanti 3D non possono essere considerate come sostitutive delle tecnologie tradizionali di produzione industriale di prodotti plastici (presse per stampaggio ad iniezione), in quanto non sono in grado di competere con esse né sui tempi, né sui costi di produzione.

Gli esempi di utilizzo vantaggioso di stampanti 3D per la produzione industriale sono pochi e limitati a piccoli lotti di produzione. Il caso più interessante e significativo è quello di General Electric che, nei suoi stabilimenti a Cameri (NO), sta testando la produzione di pale di turbine per Airbus in titanio direttamente mediante stampanti 3D.

Competenze – Da dove vengono i professionisti in grado di utilizzare le stampanti 3D? Che competenze servono? Ad oggi dove vengono formate? 

Fino ad oggi le competenze nell’utilizzo delle stampanti 3D e, ancor prima, nella modellazione 3D digitale finalizzata alla stampa 3D, si sono ottenute sul campo, sporcandosi le mani lavorando direttamente con le stampanti e con software specifici di modellazione. Per quanto riguarda Protocube, la selezione del personale è sempre stata fatta considerando non soltanto il curriculum di studi del candidato (comunque importante), ma anche la passione personale e la sperimentazione nei confronti delle nuove tecnologie 3D. Ora che il fenomeno dell’Additive Manufacturing pare si stia diffondendo in ambito industriale, stanno nascendo corsi di laurea e/o post lauream specificatamente dedicati alla formazione di figure professionali esperte in tale settore.

Impieghi – Chi le ha utilizzate per primo in Italia o all’estero?

Le prime applicazioni, sia in Italia che all’estero, erano legate all’ambito automotive. Con le stampanti 3D le case automobilistiche erano solite produrre (internamente o, più facilmente, mediante fornitori terzi) alcuni pezzi (es: fanaleria, mascherine, pulsantiere, etc.) dei prototipi auto che venivano presentate ai Saloni ed alle Fiere internazionali. Noi di Protocube siamo stati tra le prime aziende in Italia a proporre l’utilizzo di tali tecnologie in ambiti differenti dall’automotive, quali industrial design, arte, architettura.

Diffusione – Quali sono oggi gli utilizzi più comuni, e quelli più eccezionali?

Gli utilizzi più comuni sono legati alla realizzazione di mock-up di vario genere per svariati settori industriali.
L’ambito secondo me più “eccezionale” è l’utilizzo di tali tecnologie per la generazione di organi umani da trapiantare. Si tratta ancora di casi sperimentali, sviluppati in USA presso centri di ricerca universitari interni ad aziende ospedaliere, ma esiste un caso di trapianto di vescica in cui l’organo trapiantato è stato ricreato artificialmente in laboratorio a partire da una speciale stampante 3D che ha generato un modello in gelatina della vescica (partendo da un file 3D elaborato da una TAC) in cui sono state iniettate delle cellule staminali che, nutrendosi della gelatina stessa, si sono riprodotte secondo la forma del modello stampato in 3D ricreando l’organo poi utilizzato per il trapianto.

Utilizzo in Italia – Il nostro paese che utilizzo ne fa, e che tipo di vantaggi ne può trarre?

L’utilizzo in Italia delle stampanti 3D è pressochè lo stesso degli altri Paesi. La particolare capacità creativa e l’abilità manufatturiera che da sempre ci contraddistinguono potrebbero però permetterci di sfruttare maggiormente – e meglio di altri – le potenzialità che tali tecnologie ci mettono a disposizione, soprattutto per quel che riguarda produzioni in mercati di nicchia dove sia importante la personalizzazione di prodotto.

Made in Italy – Quali sono i settori del Made in italy che sono più fit per la stampa 3d?

Al momento indubbiamente il settore del gioiello artigianale e degli accessori “alto di gamma”.

Assorbimento – Quali sono oggi gli ostacoli che trovano le imprese italiane nell’adozione della stampa 3D? Ci dica tre motivi per cui sono frenate e 3 motivi per cui dovrebbero invece adottarne l’utilizzo.

Secondo me l’ostacolo maggiore nella diffusione della stampa 3D è legato alla poca conoscenza che si ha di tali tecnologie ed alla scarsa presenza di validi consulenti. Purtroppo, come spesso accade, gli articoli che si leggono online e/o su carta stampata, anche non necessariamente generalista, mescolano un po’ “reale” e “futuribile”, per cui chi non è addetto ai lavori difficilmente riesce a percepire le reali opportunità dell’adozione della stampa 3D.

Detto ciò, dovendo schematizzare in tre punti, direi che le aziende sono frenate per:

1. carenza di informazione
2. poca propensione all’innovazione
3. mancanza di consulenti affidabili e “super partes” da cui farsi consigliare prima dell’implementazione di tali tecnologie all’interno dei propri processi aziendali

Motivi per cui dovrebbero utilizzare le stampanti 3D:

1. ottimizzazione dei processi di time to market (rapid prorotyping)
2. possibilità di produzioni personalizzate (mass customization)
3. diversificazione di produzione